L'ultimo aggiornamento: Giovedì, 31 maggio 2001

BIGC - Bibliothèque Internationale de la Gauche Communiste
[last] [home] [content] [end] [search]


Index
«Lettere ai compagni»
(da «Quaderni Internazionalisti»)


Numero
[0] [1] [2] [3] [3bis] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10]
[11] [12] [13] [14] [15] [16] [17] [18] [19]
[20] [21] [22] [23] [24] [25] [26] [27] [28] [29]
[30] [31] [32] [33] [34] [35] [36] [37] [38] [39]
[40]
[ Quaderni Internazionalisti ]


«Lettere ai compagni» n.0
( )
[prev] [content] [next]

L'espulsione del gruppo di Torino del Partito Comunista Internazionale.
Non ci sentiamo fuori dal partito storico e non fonderemo l'ennesimo partitino formale: "Le spaccature scissioni o espulsioni che fanno nascere un partito rivoluzionario o che ne permettono la continuità storica con la separazione dagli elementi inconciliabili hanno ben altro terreno di preparazione che non quello dei provvedimenti amministrativi: devono essere presenti condizioni storiche oggettive che si saldino a quelle storiche soggettive" (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.1
( )
[prev] [content] [next]

A tutti i compagni del partito.
"Siamo espulsi ma il lavoro continua come prima, con i programmi di prima. Il locale è riferimento a proletari cui è stata spiegata la situazione e che continuano il lavoro con noi. La sezione continua ad essere riferimento dei simpatizzanti che partecipano al collettivo sforzo di comprensione degli avvenimenti e al programma comune" (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.2
( )
[prev] [content] [next]

Per la riaffermazione integrale del programma comunista.
"Noi tutti rappresenteremo questa continuità solo rimanendo al nostro posto di militanti, dimostrando che i rapporti reali vanificano l'espulsione, e soprattutto evitando reazioni scomposte, non perdendo il senso del partito in questa corsa alla liquidazione dello stesso” (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.3
( )
[prev] [content] [next]

Il lavoro continua.
Nel corso dello sfascio l'organicità viene meno e l'incomprensione degli avvenimenti porta ad inevitabili ulteriori delimitazioni.


«Lettere ai compagni» n.3bis
( )
[prev] [content] [next]

Per una coerente continuazione.
Riunioni e contatti con compagni rimasti nel partito indicano che il malessere generale potrà sfociare in nuove possibilità di lavoro comune. Lenin e la necessità di un'aderenza fra il sogno e la realtà.


«Lettere ai compagni» n.4
( )
[prev] [content] [next]

Note dei compagni disoccupati.
La difficile applicazione della nota tesi della Sinistra secondo cui occorre agire avendo presenti tutti i compiti del partito sviluppato e applicarli nella misura in cui i reali rapporti di forza lo consentono.


«Lettere ai compagni» n.5
( )
[prev] [content] [next]

Nota sulla guerra angloargentina.
"Ci chiediamo quale strabiliante analisi faccia prevedere (ai liquidatori del PCInt.) la possibilità di ripresa di classe in Argentina piuttosto che in Inghilterra in caso di "batoste” di uno o dell'altro apparato militare" (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.6
( )
[prev] [content] [next]

Partito, azione di partito, frazionismo e politicanti.
L'ordine regna, secondo il Centro del P.C. Int., in tutte le sezioni d'Europa. Ma da ogni parte riceviamo segnali in contrario e la discussione con noi si amplia.


«Lettere ai compagni» n.7
( )
[prev] [content] [next]

Centotrenta documenti da ventitré località: dove andare?
"I fatti si fanno strada, gli anatemi lasciano il tempo che trovano, i silenzi e le mistificazioni sono veri e propri boomerang che si ritorcono contro chi ne fa uso. La recente storia del partito lo dimostra a sufficienza: di qui la nostra fiducia che alla fine le forze sane del partito prevarranno” (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.8
( )
[prev] [content] [next]

Chi è rimasto in carreggiata.
"Un importante risultato raggiunto è quello di essere riusciti a non uscire di carreggiata sulla spinta emotiva dovuta allo sfascio generale, di non aver teorizzato stranezze né aver sentito il bisogno di dare spiegazioni speciali a ciò che stava accadendo" (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.9
( )
[prev] [content] [next]

L'éclatement.
Batracomiomachia di nanerottoli. Echi dall'interno della vergognosa e catastrofica liquidazione di un patrimonio immenso.


«Lettere ai compagni» n.10
( )
[prev] [content] [next]

Lavoro "positivo di organizzazione"?
"Secondo noi un piano di lavoro per omogeneizzare le forze in vista del futuro partito rappresenta né più né meno una concentrazione di volontà per invertire la tendenza che ci ha portati nell'attuale condizione" (dalla Lettera).


«Lettere ai compagni» n.11
( )
[prev] [content] [next]

Quattro opuscoli.
Comunicazione sul minimo lavoro di propaganda scritta possibile nel dopoespulsione.


«Lettere ai compagni» n.12
( )
[prev] [content] [next]

Una polemica infantile.
Difesa di una concezione del futuro contro le agitate forme di impazienza. Le vicende del partito formale e di ciò che ne resta devono essere analizzate con fredda determinazione e non con forme di nevrosi politica.


«Lettere ai compagni» n.13
( )
[prev] [content] [next]

Appunti per la definizione di un lavoro redazionale.
Raccolta di note intorno alla natura e alla struttura di un periodico rivoluzionario per i compagni rimasti in contatto dopo l'éclatement del Partito Comunista Internazionale (Programma comunista).


«Lettere ai compagni» n.14
( )
[prev] [content] [next]

Crisi del capitalismo senile.
Traccia inviata preventivamente ai partecipanti alla riunione internazionale sul corso del capitalismo da cui sarà tratto, pochi mesi dopo, il nostro primo Quaderno.


«Lettere ai compagni» n.15
( )
[prev] [content] [next]

Il lavoro comune e la sua diffusione.
Sette punti e alcuni commenti contro la tendenza a teorizzazioni obiettivamente contro l'ortodossia marxista. Non basta proclamarsi partito per esserlo.


«Lettere ai compagni» n.16
( )
[prev] [content] [next]

Quesiti disorganici.
Visioni parziali e soggettive di un panorama piuttosto deprimente. La patologia degli orfani di partito.


«Lettere ai compagni» n.17
( )
[prev] [content] [next]

Così si sfascia tutto.
Una presa di posizione contro le diatribe gratuite che si manifestano nello stesso tempo in cui si giura sull'omogeneizzazione preventiva e sulla necessità di "costruire" il partito.


«Lettere ai compagni» n.18
( )
[prev] [content] [next]

Perché ristampiamo.
Comunicazione a tutti i compagni in occasione dell'inizio della ristampa dei testi a partire dal reprint dei giornali.


«Lettere ai compagni» n.19
( )
[prev] [content] [next]

Batracomiomachia.
Un esempio abbastanza diffuso di come non si imposta una discussione. La supercritica fa una fine miseranda.


«Lettere ai compagni» n.20
( )
[prev] [content] [next]

Tirare le somme.
La diaspora internazionalista, una proposta per finirla con le discussioni inutili, il programma di lavoro.


«Lettere ai compagni» n.21
( )
[prev] [content] [next]

La legge del valore e la sua vendetta.
Commento al crack borsistico del 1987.


«Lettere ai compagni» n.22
( )
[prev] [content] [next]

Era ora: con il Muro di Berlino crolla miseramente la lunga mistificazione staliniana.
Ragioni economiche e conseguenze della catastrofe nell'Europa orientale.


«Lettere ai compagni» n.23
( )
[prev] [content] [next]

L'invasione del Kuwait e dell'Arabia Saudita.
La preparazione della guerra americana nello scacchiere del Medio Oriente.


«Lettere ai compagni» n.24
( )
[prev] [content] [next]

Crisi del Golfo?
L'enorme dispiegamento di forze contro l'Iraq e la lotta per la ripartizione del plusvalore mondiale.


«Lettere ai compagni» n.25
( )
[prev] [content] [next]

La crisi del sistema bancario americano.
La deregolamentazione bancaria di Reagan, l'intervento dello Stato nel sistema finanziario e la legge marxista del valore in rapporto al sistema del credito.


«Lettere ai compagni» n.26
( )
[prev] [content] [next]

La guerra del Golfo e le sue conseguenze.
La presenza diretta americana nel Medio Oriente e il declino di Israele come gendarme dell'imperialismo.


«Lettere ai compagni» n.27
( )
[prev] [content] [next]

Il 18 brumaio del "partito che non c'è".
La necessità borghese di darsi un esecutivo forte, la continuità con il fascismo, la reazione delle mezze classi e l'internazionalizzazione del problema italiano.


«Lettere ai compagni» n.28
( )
[prev] [content] [next]

Riunione di lavoro. Capodanno 1993.
Argomenti di lavoro e discussioni in margine ad una riunione tra i compagni italiani e quelli "esteri".


«Lettere ai compagni» n.29
( )
[prev] [content] [next]

Come un logaritmo giallo.
Dalle considerazioni di Marx sul costo del lavoro al protocollo governoindustriasindacati sulla politica dei redditi e sul sostegno al sistema produttivo; le utopie riformistiche del capitalismo ultramaturo hanno bisogno di un governo forte.


«Lettere ai compagni» n.30
( )
[prev] [content] [next]

Dieci anni.
Dopo la dissoluzione del Partito Comunista Internazionale, il nostro lavoro sulla base del metodo della Sinistra e la crisi senile del capitalismo mondiale. L'esplosione della rendita e della finanza nella preparazione dei nuovi schieramenti imperialistici.


«Lettere ai compagni» n.31
( )
[prev] [content] [next]

Demoni pericolosi.
Marx e la necessità storica della sconfitta per eliminare dal movimento rivoluzionario le scorie dell'immaturità. Determinazioni che spingono l'individuo nel movimento comunista e situazione oggettiva del tardo capitalismo. Centralismo organico e comunicazione. La stampa come struttura.


«Lettere ai compagni» n.32
( )
[prev] [content] [next]

La questione italiana.
Le difficoltà in cui si dibatte la borghesia italiana non derivano da una politica apparentemente demenziale, al contrario è questa politica che deriva dalle difficoltà economiche e dall'esigenza di mantenere una posizione imperialistica fra i maggiori paesi capitalistici (prevista entro il mese di febbraio 1996).


«Lettere ai compagni» n.33
( )
[prev] [content] [next]

Militanti della rivoluzione.
Il conflitto fra l'iscrizione individuale all'anagrafe di una società putrefatta e l'esigenza di mettersi in armonia con il cammino della umanità verso la vita di specie mediante il lavoro rivoluzionario.


«Lettere ai compagni» n.34
( )
[prev] [content] [next]

Astratti, schematici, rigidi e pure settari.
Una intervista ad Amadeo Bordiga che rappresenta il bilancio di sessant'anni di lotta per il comunismo contro le ricorrenti ondate degenerative del movimento operaio. Due lettere significative e una nota sul metodo.


«Lettere ai compagni» n.35
( )
[prev] [content] [next]

Il feticcio dei mercati.
O il mercato dei feticci. Che cosa sono questi famigerati "mercati" cui si inchinano governi, partiti e sindacati? La marcia verso la moneta unica europea come risposta alla concentrazione e soprattutto alla centralizzazione del capitale mondiale.


«Lettere ai compagni» n.36
( )
[prev] [content] [next]

Doppia direzione.
Una raccolta di corrispondenze in una "Lettera ai compagni" un po' diversa dal solito. Alcuni riflessi del lavoro interno in esempi di discussione organica tra compagni.


«Lettere ai compagni» n.37
( )
[prev] [content] [next]

Utopia, scienza, azione.
Le relazioni ad un incontro generale tra compagni e lettori. Che cosa sono i Quaderni Internazionalisti. Dall'utopia alla scienza. La famigerata "analisi della situazione", ovvero che cos'è la prassi rivoluzionaria. Nazioni e classi nell'età della globalizzazione: la geopolitica e il nostro concetto di area geostorica. La svalorizzazione degli elementi del capitale costante e di quello variabile e la sopravvivenza del capitalismo. Il processo di smaterializzazione delle merci.


«Lettere ai compagni» n.38
( )
[prev] [content] [next]

Padania e dintorni.
Una continuazione del lavoro sulla "questione italiana". Analisi delle manifestazioni politiche della piccola e media borghesia sulla base della riorganizzazione incessante dell'industria, della centralizzazione del Capitale e delle necessità logistiche dei nuovi distretti industriali nel mondo.


«Lettere ai compagni» n.39
( )
[prev] [content] [next]

Il comunismo non è un'idea ma una forza materiale che anticipa il futuro.
"A questo punto se volete finalmente la definizione inappellabile eccola: il comunismo non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà debba conformarsi; esso è la soluzione dell'enigma della storia; è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente e le condizioni di questo movimento esistono nella società così com'è; è il momento necessario per il prossimo rivolgimento storico, la struttura necessaria e il principio propulsore del prossimo futuro ed è consapevole di esserlo. Ma per queso non è, in quanto tale, la struttura della prossima società. Se infatti non vedessimo già oggi, nascoste nella società in cui viviamo, le caratteristiche della società futura, ogni proposito di far saltare il capitalismo sarebbe una follia".


«Lettere ai compagni» n.40
(octobre 1999)
[prev] [content] [next]

Globalizzazione.
"Ecco come possiamo tradurre: il Capitale ha sempre di fronte un ventaglio di possibilità, e i suoi funzionari, in base ad esse, possono farsi i conti e decidere dove e come intervenire; ma i frutti della globalizzazione sono raccolti da quei paesi che hanno potuto, più che saputo o voluto, nella concorrenza spietata, attrarre capitali sul loro territorio con condizioni favorevoli. Sappiamo cosa questo comporta, senza che il soprannominato presidente multinazionale entri nei dettagli: governanti e sindacalisti non fanno che ripetere agli operai di starsene buoni affinché non sia minata la fiducia dei mercati nel paese in cui lavorano. Il fatto è che con la globalizzazione il salario medio in un determinato paese si confronta immediatamente con quello di altri paesi e la tendenza al livellamento si fa più forte".


[top] [content] [last] [home] [mail] [search] [webmaster]