ESECUZIONE CAPITALE ED ESECUZIONE DEL CAPITALE
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Esecuzione capitale ed esecuzione del capitale
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La sedia elettrica di Sing Sing che ha folgorato Julius ed Ethel Rosenberg ha dato la replica alla scarica del plotone militare russo che aveva abbattuto il rivoltoso berlinese Willy Göttling, primo di una tremenda serie.
Noi marxisti non siamo né contro l'uso della violenza né contro la pena di morte come nei vieti principii di ipocrita filantropia, accreditati presso il filisteo borghese. Se la lotta delle classi si svolge in guerra civile e questa è condotta tra due organizzazioni armate, tutti i mezzi che valgono a vincere non sono esclusi, ed in principio si ammette e spiega anche la soppressione dell'avversario catturato, a cui tutte le rivoluzioni si sono viste costrette. Il moto proletario non adulterato eviterà domani le forme ripugnanti e torturatrici della procedura «secondo giustizia».
Non ha dunque senso l'indagine giuridica e morale sul soggetto dell'esecuzione: interessa vedere qual è la forza sociale che la compie.
I Rosenberg erano cittadini americani? Ma la guerra di classe si fa tra figli di una stessa patria e avete fatto analoga guerra per fini partigiani e democratici tra connazionali come in Italia. Erano spie pagate e lo facevano per denaro e non per opinione politica? E il cittadino Eisenhower non fa il generale e il presidente essendo pagato? «My job» dicono questi disgustosi quacqueri. Di cappello al vostro e al job del boia.
Anche una vera rivoluzione potrà sopprimere i suoi avversari. Ma oggi di là e di qua dall'Atlantico, si «eseguisce» per conservare i poteri del Capitale.
Le due organizzazioni di propaganda stanno al varco di tutte le notizie col loro nugolo di agenti pagati anche loro per una funzione che non ha nulla da invidiare a quella della spia. Le due propagande opposte coi loro clichés in collezione tutti pronti per l'inchiostro si tengono direttamente bordone, e si accreditano l'una con l'altra mentre stoltamente si insultano.
Talvolta però sono colte di sorpresa da un evento improvviso e fuori dalle loro prospettive. Ed allora solo dopo alcune ore imbroccano la suonata. Dopo il primo giorno l'insurrezione dei lavoratori berlinesi è stata dalla stampa atlantica truccata come un movimento per la libertà e la democrazia di Occidente, marca sedia elettrica, e processo ai criminali di guerra, come una lotta per l'unità della patria tedesca e per le «libere elezioni». Ed allora si fa gioco ai governatori militari russi ed alla stampa stalinista che hanno interesse a far credere - ma riusciranno proprio in eterno nei loro inganni senza precedenti storici?! - che si tratta di provocazione e sobillazione occidentale, e altre sconcezze. Allora è vero che il pittore disoccupato Göttling era anche lui «agente pagato» dalle ambasciate alleate, come i Rosenberg da quelle russe. Ora l'una e l'altra cosa potrebbero essere vere, ma ciò nulla toglierebbe alla verità storica che la giustizia americana e il militarismo russo hanno lavorato contro la classe operaia e per la salvezza dei regimi del capitale, lontani, diversi, ostili tra loro, ma ciò malgrado inchiodati allo stesso troncone sociale.
Solo nel primo giorno la stessa stampa democratica atlantica è stata travolta dalla verità - e con essa la sua stampa rivale che tardi si è rifatta con pietose storture sugli «errori» economici e sulla reazione dei lavoratori che si sono lasciati sobillare! Si sarebbe dimenticato di abrogare le norme della legge del 28 Maggio che imponeva più lavoro per meno denaro, e non aumentava la paga del cottimo! Ma da un secolo sappiamo che si deve lottare contro il cottimo e per la riduzione della giornata! Errori di schematismo: ve la siete cavata così. La raffica di pallottole, ecco una cosa senza errori di schematismo!
Nei primi resoconti si sono visti gli edili dei cantieri della Stalinallee, alla comunicazione delle nuove norme, lasciare spontanei e compatti il lavoro. Sono i valorosi lavoratori di mille lotte sindacali e politiche, sono i nipoti dei vecchi socialisti, i figli degli spartachisti di Carlo e di Rosa. «Hanno marciato verso la grande storica piazza dei quartieri orientali, sacra alle manifestazioni dei 'rossi' di trent'anni fa, dove sorge la Camera del Lavoro, dove arringava la Luxemburg: l'Alexanderplatz». Sono lì presso le Hallen, i grandi mercati, frequentati dai «puri» berlinesi, autisti, scaricatori, addetti alle vendite. «Tutta gente - diceva una canzone berlinese dell'altra guerra - che non perde mai un'occasione di fare a cazzotti».
I borghesi vedono l'immenso corteo, lo credono ufficiale, poi capiscono e si infilano nelle stazioni della metropolitana. «I borghesi tedeschi hanno sempre preferito far fare le rivoluzioni agli altri, pronti ad accettarle senza protesta». Detto bene, corrispondente borghese ignoto, dovete aver letto del Marx.
Le cronache dello scontro tutti le hanno lette e non è credibile, senza rovesciare questa sporca società di 180 gradi, pensare che i lavoratori di ogni paese le abbiano lette senza fremiti di solidarietà per il movimento, e per gli eroi «pagati» per tentare di spezzare a sassate le antenne radio dei carri a cingoli, lasciandoseli passare sul corpo senza rinculare.
Tra le righe - dei giornali del 17 Giugno - è dato leggere quale era lo spirito della folla: «Non vogliamo l'abolizione delle norme, ma le dimissioni del governo!» - «Basta con i soprusi» - «Avete tradito le classi lavoratrici» - la massa urlava sotto il Palazzo del Governo, mentre gli agenti tedeschi della polizia popolare si strappavano i distintivi facendo causa comune con gli insorti. E un grido inequivocabile: «Siamo comunisti!» - ed altro di indiscutibile senso storico: «I bonzi a morte!».
Può darsi che esista una ricevuta di rubli per la cospirazione di sabotaggio della bomba atomica, e una di dollari per la propaganda in Berlino Est. Ciò non ha senso alcuno. Il fatto storico che associa nelle consegne di sterminio il presidente dal sorriso stereotipo da vamp, e la professionale freddezza dei generali sovietici, è che essi sono stati fino a ieri alleati e stretti nella lotta contro il genio malefico dell'antilibertà e dell'antipace, trascinando dietro di sé le masse del mondo intero, promettendo che abbattuto quel mostro i nuovi poteri avrebbero amministrato tolleranza e rispetto della «persona umana».
Se oggi folgorate e sparate è la prova che invano avete entrambi barato alla storia. L'uso della forza è inevitabile oggi che siete voi al potere, perché esso solo, allorché saranno caduti gli inganni delle crociate per la libertà democratica e il progresso popolare, muovendo da tutte le Stalinallee e le Karl Marx Platz del mondo, disperderà questo potere, brucerà il coprifuoco, infrangerà ogni stato d'assedio.
Source: «Il Programma Comunista», n.12, 25 giugno - 8 luglio 1953